Roberta Di Mario, photo by Roberta Gregorace © robertadimario.com
Difficile da definire con le parole, Roberta Di Mario, questa musicista eccezionale, questa donna generosa ed emozionante. Eppure, ascoltandola parlare e suonare ci sembra di domarla per qualche istante fugace…
Diplomata con il massimo dei voti e la menzione d'onore al Conservatorio di Parma, Roberta Di Mario è conosciuta oggi come musicista post-classica. Pianista e compositrice, nel suo mondo creativo c'è posto per ogni genere di musica. Il suo stile, unico e speciale, spazia dal contemporaneo al jazz, pop, ambient e soundtrack.
Tra il tempo e la distanza (Alfa Music) è il suo primo album, un vero e proprio debutto nel 2011, cui fa seguito Lo stato delle Cose (Irma Records) prodotto in collaborazione con Pietro Cantarelli, un progetto doppio che racchiude le due anime artistiche di Roberta Di Mario: Songs e A Walk on The Piano Side.
Sempre nel 2011 compone Hands, colonna sonora per un docufilm dedicato al grande pittore Fernando Botero. Eseguito in Italia e in Giappone alla Mostra Internazionale dedicata all'artista colombiano, apre la Mostra d'Arte Indiana alla Biennale di Venezia con India, i misteri svelati. Nel dicembre 2016, per l'evento Meet the new Italian Music Artist in NY, tiene una serie di concerti a New York City ospitati dal Consolato Italiano.
Illegacy è il titolo del suo album di inediti pubblicato nel 2017 da Warner Music Italia: dieci brani che che intraprendono un viaggio di ritorno a casa, alla musica strumentale.
Roberta Di Mario, photographed by Fabio Rizzini © robertadimario.com
Una serie di concerti di pianoforte solo la vedono impegnata nel 2018 in giro per l'Europa. Bologna, Taormina, Arezzo, Milano, Pantelleria e Düsseldorf sono tappe importanti del suo tour, nel corso del quale Roberta Di Mario partecipa a Piano City Milan come pianista ufficiale di RMC (Radio Monte Carlo). È ospite a Il Tempo delle donne, un importante festival sulle donne della Triennale di Milano, allo Steinway Piano Festival di Cremona, a Piano City Palermo.
Per l'operazione culturale Radici, una piattaforma multimediale che affronta il tema dell'immigrazione senza pregiudizi, con coraggio e verità, ha composto la colonna sonora di Valzer in A Minor, uscita in prima nazionale su Repubblica.it.
La vena creativa di Roberta Di Mario non si ferma qui. Nel maggio 2019, il suo singolo Leda and the Swan anticipa l'uscita del Concept Album Disarm sempre per Warner Classic. Tra i suoi altri impegni sono da citare: la partecipazione al Festival della Disobbedienza, l'anteprima di PianocityMi 2019, evento organizzato in collaborazione con Apple, l'esibizione sempre per Pianocity Milan ai giardini della GAM.
Roberta Di Mario, photographed by Caractère © robertadimario.com
A Roberta Di Mario, artista Warner, artista Steinway, direttrice artistica, abbiamo rivolto alcune domande:
Nel corso di un'intervista, lei ha dichiarato: “Il pianoforte è l'estensione del mio essere”. Può chiarire questo concetto?
“Ho iniziato a suonare all’età di cinque anni, non mi sono mai fermata. Io vivo per la musica, è un grandissimo privilegio e un grande lusso, se vogliamo parlare della creatività come lusso. La musica per me è una necessità, ossigeno, e quindi non potrei mai pensare di vivere senza di essa e senza il pianoforte, che è stato il primo strumento che ho conosciuto e che ho desiderato suonare. Non l'ho mai abbandonato e lo considero una macchina meravigliosa che permette di percorrere viaggi incredibili e raggiungere mete probabilmente inaspettate. È un incrocio di legni, di corde e di suoni antichi ed è il miglior compagno di avventura, la storia d’amore più lunga che ho avuto. Quindi quando si parla di estensione, il concetto si può definire completamente in ciò che ho detto.”
Fra le tante attività che lei svolge nell'ambito musicale, come comporre, eseguire al pianoforte, cantare, arrangiare, quale preferisce?
“Amo sentire che non ci siano confini nella musica, e in tutto quello che faccio. Sono una musicista, una pianista che arriva dagli studi accademici e quindi mi ritengo in primis questo. Poi ho fatto tante altre cose, ma in realtà niente di diverso. Comporre, per esempio, è un processo naturale arrivato dopo avere seguito gli studi. Non mi piaceva essere solo interprete e sentivo che la creatività era un processo necessario dentro di me. A un certo punto ho iniziato a cantare perché avevo bisogno di aggiungere le parole alla melodia. Poi ho cominciato a produrre perché sentivo che c'erano dei progetti artistici che volevo realizzare.”
Roberta Di Mario a …………………….. © robertadimario.com
“Penso che oggi la cosa che davvero mi rispecchia di più sia il progetto pianistico contemporaneo di brani inediti. Quindi tutta la parte compositiva che è all'interno di tale progetto. Sono l’interprete dei brani inediti che scrivo, mi sento finalmente io. Mi piace pensare che ci sia sempre un'evoluzione e che ci sia sempre una nuova creatività che rispecchi un nuovo momento.”
“Mi sento una musicista, una pianista, una compositrice, sono stata cantautrice, ma in fondo lo sono ancora, semplicemente l'ho messa da parte. Sono tutti questi aspetti che fanno di me Roberta Di Mario. La cosa importante è la verità, la credibilità, il fatto che esca fuori il proprio spirito e il proprio stato d'animo di quel momento preciso. E che ti rispecchi davvero.”
Qualcuno l'ha definita ‘pianista ribelle’, si riconosce in tale definizione?
“È un modo in cui mi si definiva anni fa! Oggi tendo a pensare al gesto artistico e creativo come a qualcosa di veramente rivoluzionario e di profondamente poetico. Con questo approccio allora mi ci ritrovo. Sono una pianista che cerca di non stare dentro le regole, che arriva dal mondo classico virtuoso e ha cercato di raccontarsi a proprio modo. Con la mia creatività ho cercato di raccontare qualcosa che potesse essere il più vicino possibile alla poesia, intesa come ricerca nell'anima profonda.”
Roberta Di Mario, photo by Nicola De Rosa for ‘Valzer in A Minor’ album © robertadimario.com
‘Disarm’ e ‘Illegacy’ sono i titoli di due suoi album che lei ha composto con un preciso intento concettuale. Ce ne può parlare?
“Sono i miei ultimi due progetti discografici contemporanei con etichetta Warner. La parola ‘Illegacy’ è l’unione di ‘illegale’ cioè il concetto di musica illegale, che va fuori dagli schemi, che ruba l'anima, e di ‘legacy’ che è l’eredità. Quindi l'unione ha creato questa parola di fantasia, che per me ha un significato davvero filosofico, profondo e personale: il ritorno a casa dopo due progetti discografici dove cantavo canzoni oltre a suonare il pianoforte. Con ‘Illegacy’ sono ritornata all'anima pura della musica strumentale.”
“Invece ‘Disarm’ racconta non soltanto l’aspetto politico, ma lo spirito dell'uomo che dovrebbe ‘dis-armarsi’, lasciarsi andare in modo da essere davvero sé stesso, senza sovrastrutture, facendo crollare i muri emotivi per poter ritrovarsi con un nuovo e rigenerato spirito. Un titolo propizio e un significato attualissimi. Il disarmarsi non vuole dire arrendersi, ma abbandonarsi allo stato d'animo, viverlo e attraversarlo per poi ricominciare. Purtroppo ‘Disarm’ non ha vissuto il suo percorso normale, perché è uscito tre mesi prima del confinamento del marzo 2020. Confido che la forza di queste melodie possa comunque avere accompagnato tantissimi miei ascoltatori e che possa riprendere vita non appena questo momento complicato finirà.”
La sua musica affronta tematiche attuali. Il tema drammatico dell'immigrazione ha un titolo lieve: ‘Valzer in A Minor’, mentre ‘A new beginning’ è ‘la luce che risorge dal caos e riporta, finalmente, la quiete’.
“La musica è linguaggio universale, l'arte sociale per eccellenza per comunicare pensieri ed emozioni. Il ruolo e il dovere del musicista sono quelli di condividere valori importanti, anche dove è complicato, e arrivare laddove altri linguaggi artistici non possono arrivare. Per esempio, in ‘Disarm’, volevo affrontare il tema dell'immigrazione con il concetto del far crollare i muri, per costruire invece ponti. Attraverso un brano leggero, così come viene definito il valzer, la danza per eccellenza. Nasce a fine Ottocento a Vienna, poi attraversa tutta l'Europa e diventa famosissimo per l’orecchiabilità della melodia, ma non solo per questo, anche perché per la prima volta i danzatori danzavano abbracciati. È questo sentimento dell’unione che volevo far emergere, e poter raccontare di un tema così importante che invece divide la società.”
“Il brano ‘A New Beginning’ invece è un cammino doloroso verso una trasformazione, e una nuova vita. L'ultimo brano del disco che racconta la rinascita, quando invece il primo si chiama ‘Le présage’, la paura dell'ignoto.”
‘Féminin Pluriel’ è un'associazione benefica a partecipazione esclusivamente femminile della quale lei fa parte. Che cosa l'ha spinta ad entrare in questo gruppo?
“Ho sentito il desiderio di partecipare, innanzitutto perché la presidente Diana Palomba è una amica che stimo, una professionista brillante e una donna generosa. Mi sono trovata assolutamente in linea con quelli che sono i principi dell'associazione perché sono donna."
"Abbiamo tutti la necessità di dare alla nostra vita una carica di significato denso, quindi riprendendo l’idea della musica come un’arte sociale per eccellenza, il mio impegno non si può fermare alla performance artistica, ma attraverso la mia musica e il mio linguaggio, io posso davvero essere vicino sia all’associazione che a tematiche così importanti e calde."
Sto tra l’altro realizzando un Festival che racconterà il tema della parità di genere, una cosa a cui tengo particolarmente, anche perché io stessa rappresento una categoria, ‘pianista compositrice’, figura rara nel nostro Paese. Voglio attraverso festival, dibattiti, performance e attraverso la mia musica essere vicino alle donne e combattere affinché ci possa essere la parità di genere, eliminando ogni tipo di discriminazione”.
Roberta Di Mario photographed by Enrico de Luigi © robertadimario.com
Se non fosse nata con la passione per la musica nel sangue, che cos'altro le sarebbe piaciuto fare?
“Se non avessi intrapreso la strada musicale artistica, probabilmente mi sarei addentrata nel mondo dell’analisi, amo la psicologia e la psicanalisi. Essere in contatto con me stessa è una cosa che faccio ogni giorno attraverso la musica, come la meditazione e la preghiera. Quindi poterlo fare con altre persone mi avrebbe espressa compiutamente e sarebbe stato senza dubbio stimolante e gratificante.”
Lei ha girato tutto il mondo o quasi, portando la sua musica in sale da concerto e teatri famosi. Qual è il suo ricordo più bello?
“Ho portato la mia musica in giro per il mondo ed è stata una grande soddisfazione. È meraviglioso poter fare conoscere la propria anima attraverso i tasti bianchi e neri. Ho ricordi splendidi per ogni mio concerto perché ognuno è diverso, la gente cambia, le emozioni e l'atmosfera sono diverse, quindi si creano delle alchimie con il pubblico davvero incredibili. Un ricordo però che ho nel cuore è sicuramente il mio viaggio a New York, in attesa dell’uscita dell'album ‘Illegacy’. Era appena uscito il mio videoclip girato in una Parigi che era appena stata piegata dalla violenza del terrorismo, una città che aveva una forza e una potenza incredibili e io proprio in quell’istante decisi di girare ‘Duende’ che racconta proprio di questa forza misteriosa che ognuno di noi ha dentro.
“E qualche giorno dopo partii per New York dove feci dei secret concerts, concerti privati nelle case dei newyorkesi, e poi fui invitata all’Istituto di Cultura Italiana per raccontare di come nasce la musica e della mia esperienza. Furono un viaggio e un momento eccezionali.”
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It is difficult to define in words Roberta Di Mario, an exceptional musician of great feeling and generosity. But listening to her play allows us to feel that, if only for one brief moment, we have captured her.
Awarded highest marks and Honourable Mention at the Parma Conservatory, Roberta Di Mario is known today as a post-classical musician. Pianist and composer, there is room in her world for every genre of music. Her style runs the gamut, from contemporary to jazz, pop, ambient, and soundtracks.
Roberta Di Mario, On the occasion of the opening of the Biografilm Festival at the Oratorio San Filippo Neri, in Bologna © robertadimario.com
Tra il tempo e la distanza (Between Time and Distance, Alfa Music - 2011) is her first album, followed by Lo stato delle cose (The State of Things, Irma Records). This project includes two separate CDs, reflecting the two artistic spirits of Roberta Di Mario: Songs and Walk on the Piano Side.
In 2011 she composed Hands for the soundtrack of a docufilm dedicated to the great Columbian painter Fernando Botero. With India, I misteri svelati (India: Mysteries Unveiled) Di Mario opened the Exhibit of Indian Art at the Venice Biennial. In December 2016, she gave a series of concerts in New York City as a guest of the Italian Consulate.
'Illegacy' is the title of her 2017 album containing 10 tracks that bring her back home, a return to instrumental music.
Roberta Di Mario photographed by Enrico de Luigi © robertadimario.com
In 2018 she travelled through Europe for a series of piano solos. Bologna, Milan, and Düsseldorf were among the important stops on the tour, during which Di Mario participated in Piano City Milan as the official pianist of RMC (Radio Monte Carlo). She was a guest at Time for Women, an important festival at the Milan Triennale, at the Steinway Piano Festival in Cremona, and at Piano City Palermo.
For the soundtrack of cultural initiative Radici (Roots), a multimedia platform addressing immigration with courage and truth, she composed the Waltz in A Minor. In May of 2019 her single Leda and the Swan gave us a foretaste of her Concept Album, Disarm. She went on to participate in the Festival of Disobedience, in the preview of Pianocity Milan 2019, and at the event itself in the gardens of the Milan Gallery of Modern Art (GAM).
During an interview you once declared, “The piano is the extension of my being.”
“I started playing at the age of 5 and I’ve never stopped. I live for music, which is a great privilege. Music for me is a necessity so I could never imagine living without it. The piano is a marvellous machine, allowing one to undertake incredible voyages and reach unexpected places. Of wood and strings producing ancient sounds, the piano is the best companion on adventures and is the longest love affair of my life. Truly an extension of my being.”
You compose, arrange, play and sing. Which is your favourite?
“Music knows no bounds, and neither do I. As an academically trained pianist, I consider myself first and foremost a musician. I’ve done a lot of things, but they’re not really that different. Composing, for example, is a natural process for those who have studied. I didn’t like simply interpreting and I felt that the creative process was necessary to me. At a certain point I started singing because I needed to add words to the melody. Then I started producing because I felt that there were artistic projects that I wanted to see take shape.”
“The thing that best reflects me is interpreting my own unpublished compositions. I finally feel truly myself. I like to think that there is a continual evolution, a new creativity that respects each new moment. Musician, pianist, composer, singer-songwriter. All of these aspects make me Roberta Di Mario. The important thing is the truth that emanates from your spirt at that precise moment.”
Some have called you ‘rebel pianist’.
“That was years ago! These days I tend to think about the artistic and creative gesture as something truly revolutionary and profoundly poetic. I am a pianist trained in the classical virtuoso world who is seeking to break the rules. I have sought to reveal something that is as close as possible to poetry, intended as a search for the deep soul.”
Roberta Di Mario photographed by Roberta Gregorace © robertadimario.com
Disarm and Illegacy are the titles of two albums that you composed with precise conceptual intent.
“The word ‘illegacy’ is the combination of ‘illegal’, so music that breaks boundaries and steals the soul, and ‘legacy’, which speaks of heritage. With Illegacy I returned to the pure soul of instrumental music.”
Disarm, though, deals with the spirit of man, who should disarm himself to then let himself go, being truly himself, with no superstructure, pulling down the emotional walls and thus finding a new spirit. Disarming doesn’t mean giving up but rather giving in to one’s state of mind, living it and then beginning again. Unfortunately 'Disarm' came out just 3 months before the lockdown of March 2020. I trust, though, that the strength of these melodies carried many of my listeners through and that they can take on new life once we’re past this difficult time.”
Roberta Di Mario photographed by Roberta Gregorace © robertadimario.com
Your music touches on current affairs. The dramatic theme of immigration has a light title: ‘Waltz in A Minor’, while ‘A New Beginning’ is ‘the light that shines forth from chaos finally bringing peace’.
“Music is a universal language, communicating thoughts and emotions. The duty of the musician is to share important values, even when it’s complicated, and to bring people where other artistic languages can’t. With Disarm, for example, I wanted to talk about tearing down walls and building bridges instead. I did this with a waltz, the dance that started in Vienna and travelled throughout Europe. It was the first time that people danced in an embrace. It’s this sentiment of union that I wanted to bring out in a topic that is dividing society. ‘A New Beginning’ is a painful path toward transformation and new life. It is the final track on an album that recounts rebirth, an album whose first track is ‘Le Présage’, the fear of the unknown.
But music has always been a great resource, and this was plainly evident during the lockdown. The digital world has made us realise just how much our spirit needs to be nourished. I still consider myself fortunate that I am able to make a living as a musician and I have tried my best to sharpen my skills in preparation for new days ahead.”
You are part of Féminin Pluriel, an exclusively female charitable organisation. What brought you to it?
“The president, Diana Palomba, is a friend I admire, a brilliant professional and an exceptionally generous woman. We all need to give our lives real meaning, and since music is a social art par excellence, my commitment cannot stop with performance. Through my music, I can truly support the association as well as such timely and important topics. I am also organising a Festival centred on the theme of gender equality, something that, as a female pianist and composer – something quite rare in this country – is particularly important to me. Through festivals, debates and performances of my music I want to fight for gender equality and eliminate all forms of discrimination.”
If you hadn’t been born with music in your blood, what would you have liked to do?
“I love psychology and would probably have become a psychoanalyst. Getting in touch with myself is something I do everyday through music, like meditation and prayer. Being able to help others do this is something I undoubtedly would have found stimulating and gratifying.”
Roberta Di Mario, photo by Nicola De Rosa for ‘Valzer in A Minor’ album © robertadimario.com
You’ve travelled the world and have performed in famous concert halls. What is your warmest memory?
“I have wonderful memories of all of my concerts because each one is different, with its own alchemy. My trip to New York, though, is particularly close to my heart. My video filmed in a Paris so recently hit by terrorist violence had just come out. The city showed such incredible strength and resolve that it inspired me to film Duende and explore this mysterious force that we all have inside us.”
“A few days later I left for New York, where I did a few ‘secret concerts’ in private homes. Then I was invited by the Institute of Italian Culture to talk about my experience and how my music is born. It was truly an exceptional moment for me.”
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